BORGHI MEDIOEVALI SUL MONTE AMIATA

Un passato importante che ha forgiato il nostro territorio

Ecco alcuni dei Borghi Medioevali più importanti della zona

Una storia straordinaria che ha lasciato i segni della potenza delle famiglie che hanno dominato il territorio.
Scopri i segreti di un mondo sorprendente!

La Peschiera - Santa Fiora

SANTA FIORA (GR)

La piazza di Santa Fiora rappresenta il nucleo più antico del paese ed è dominata dalle strutture difensive medievali degli Aldobrandeschi, delle quali rimane la torre quadrata, i basamenti a scarpa e lo spezzone della torretta dell’orologio (le merlature sono un rifacimento ottocentesco) con al centro una ceramica invetriata dei Della Robbia (elemento superstite dell’orologio originario). Nella parte finale della piazza sorge il Palazzo Sforza (XVI° sec.) in stile rinascimentale, oggi sede del municipio, che poggia la sua struttura sui basamenti difensivi medievali. All’interno del palazzo i lavori di restauro hanno riportato alla luce un ciclo di affreschi di Scuola Romana del XVI° sec., raro esempio di arte profana nell’area amiatina.
Oltrepassata la Porta di San Michele, ci troviamo di fronte la Peschiera, lo splendido ed originale parco-giardino dei conti Sforza, già vivaio di trote in epoca medievale, dove si raccolgono le acque sorgive del fiume Fiora.
Da visitare assolutamente La Pieve delle Sante Flora e Lucilla (situata nel centro storico),  le famose “Terracotte Robbiane” del centro storico

ABBADIA SAN SALVATORE (SI)

Centro di soggiorno estivo e invernale, il più importante e meglio attrezzato del territorio del Monte Amiata. Dell’Abbazia di San Salvatore, che per un millennio circa ebbe ad irradiare il suo potere in tutta la zona amiatina orientale, restano la chiesa e la cripta. Dalla storia e dalla leggenda si apprende che questo monastero, prima benedettino poi cistercense, nacque intorno al 750 d.C. per volere del Re longobardo Rachis, che lo destinò inizialmente al controllo della via Francigena, che correva lungo la vallata immediatamente sottostante. DA visitare assolutamente l’Abbazia, la chiesa dell’Ermeta, sulla strada che conduce alla montagna, il borgo storico, il Parco Museo Minerario, il laghetto Verde, la cittadella sportiva, le terme di San Filippo (sulla strada che conduce a Siena a 16 km dalla Macinaie), dove troverete delle acque solfuree molto rinomate

ROCCALBEGNA (GR)

L’area che collega l’Amiata alla zona termale di Saturnia è caratterizzata dall’alto corso del fiume Albegna. Pascoli, boschi di latifogli, campi di cereali e speroni calcarei formano il paesaggio di questo tragitto. L’intera zona vanta frequentazioni neolitiche ed etrusche.
Roccalbegna deve la sua “dignità urbana” alla Repubblica di Siena, che la dominò dal 1296 al 1751. Il monumento più insigne è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nella piazza principale dove si affacciano anche il Comune e la Torre Civica con l’orologio.
Sull’altare maggiore della Chiesa si possono ammirare il trittico di Ambrogio Lorenzetti e la Crocifissione di Francesco Nasini.
Nella Chiesa del SS.mo Crocifisso, con il campanile a vela che sorge nei pressi dell’antico Cassero, è conservato il SS: Crocifisso attribuito a Luca di Tommè (1360).
Tra gli edifici civili più importanti vi sono il Palazzo Bichi-Ruspoli ed il Palazzo della lana

PIANCASTAGNAIO (SI)

Collocata su un pianoro con ricca vegetazione di felci e castagni, Piancastagnaio presenta un aspetto caratterizzato da un pregevolissimo Castello Aldobrandesco, teatro di episodi storici legati non solo agli Aldobrandeschi ma anche alla famiglia Orsini, signori di Pitigliano nel tardo medioevo.
Il Castello è oggi adibito a Museo e ad altre iniziative culturali e registra un sistema di restauri che ne hanno valorizzato l’imponenza storica e architettonica. Da segnalare le poderose mura medioevali, che completavano le difese naturali dell’antico abitato, a testimonianza di una storia tormentata di quella comunità, interessata e vessata dalle mire espansionistiche sia delle famiglie Aldobrandeschi e Orsini, sia dell’Abbazia di San Salvatore.
Ridente e piacevolissima la parte nuova del paese, le cui costruzioni si sono collocate nel pianoro originale, che ha dato il nome al paese, lasciando tuttavia grandi spazi verdi, occupati da castagni secolari e da due suggestivi santuari, la chiesa della Madonna di San Pietro e quella di San Bartolomeo, nel cui interno è rinvenibile un affresco di scuola senese del trecento

Convento San Bartolomeo - Piancastagnaio (SI)
Il Castello degli Aldobrandeschi di Arcidosso (GR)

ARCIDOSSO (GR)

Città piramidale, con il fiabesco castello Aldobrandesco sulla cima, inizialmente contornato da altre due torri. Il borgo antico mantiene intatta la sua fisionomia originaria. In Corso Toscana, cuore commerciale del paese, si trovano le Fonti del Poggiolo, monumento neogotico in ghisa del 1833, precedentemente collocate nella Piazza del Duomo di Grosseto. Sulla sinistra si può ammirare l’arco a tutto sesto di Porta Castello che introduce al centro storico diviso nei terzieri di Castello, Codaccio e Sant’Andrea. Nel Terziere di Castello si trova il Teatro degli Unanimi, recentemente restaurato e sede operativa delle attività dell’Accademia Amiata. A pochi metri troviamo la Chieda di San Niccolò (patrono del paese) che custodisce una pregevole acquasantiera di Pietro Amati ed un Crocifisso ligneo cinquecentesco.
Nel Terziere di Codaccio, al quale si accede dalla Porta dell’Orologio, si trova Via Talassese, dove sorge la Casa di Davide Lazzaretti (ndr.).
Il Terziere di Sant’Andrea comprende la Chiesa omonima. Bellissimo l’altare maggiore, una volta sepolcro di Gian Domenico Pèri. Tra Arcidosso e Montelaterone, troviamo la Pieve ad Lamus, romanica, contenente una miracolosa Madonna lignea e bellissimi bassorilievi

SEGGIANO (GR)

Distante 63 Km da Grosseto, 60 da Siena e 20 dalla Vetta, il Comune annovera un’unica frazione: Pescina e gode di un territorio di c.a. 50 Kmq di superficie per lo più caratterizzata dalla presenza di olivi che, con il loro olio, rappresentano una delle maggiori fonti di guadagno del paese. Attestato per la prima volta nel 903, con il nome “Casale Senganu”, inizialmente Seggiano era solo un insediamento appartenente all’Abbazia di San Salvatore; agli inizi del Duecento si era formata tuttavia una comunità autonoma sulla quale, verso la metà del secolo, vantava diritti anche l’abbazia di Sant’Antimo: alle giurisdizioni abbaziali si sovrappose presto il dominio senese con l’istituzione nel 1265 di ufficiali di nomina cittadina, l’acquisizione del Cassero e il rafforzamento delle strutture difensive.
Tra gli olivi ( della tipica varietà dell’olivastra seggianese) appare, quando ci si avvicina a Seggiano, il Santuario della Madonna della Carità, uno tra i monumenti religiosi più inconsueti e interessanti dell’Amiata. Si tratta dell’unico complesso del Senese di architettura tardo cinquecentesca legato al gusto del manierismo mitteleuropeo. Fu costruito dopo una carestia di conseguenze devastanti, era stato già iniziato nel 1588, il completamento risale probabilmente al 1603. L’esterno, con una complessa e ricchissima facciata e una cupola in mattoni a quattro spicchi è particolarmente suggestivo