Dell’Abbazia di S. Salvatore, che per un millennio circa ebbe ad irradiare il suo potere in tutta la zona amiatina orientale, restano la Chiesa e la Cripta. Dalla storia e dalla leggenda si apprende che questo Monastero, prima benedettino poi cistercense, nacque intorno al 750 d.C. per volere del Re longobardo Rachis, che lo destinò inizialmente al controllo della via Francigena, che correva lungo la vallata immediatamente sottostante.
Successivamente il potere temporale di questa Abbazia, pur scontrandosi assai spesso con gli Aldobrandeschi, i potenti nobili i cui territori comprendevano tutto il versante occidentale dell’Amiata, trova grandi riscontri nella storia della Toscana e nei rapporti fra Papato e Impero. In tale contesto storico ambientale, registra un notevole interesse anche il borgo medioevale, che si conserva quasi intatto con anguste strade pittoresche. Abbadia San Salvatore ha conosciuto negli ultimi due secoli gli aspetti positivi (che ne derivavano per l’indotto economico) e insieme negativi (per le condizioni di lavoro dei minatori) di un rilevante sviluppo minerario collegato all’estrazione del cinabro e alla conseguente produzione del mercurio, le cui miniere risultano oggi tutte chiuse.
Nei dintorni di Abbadia la cappella dell’Ermeta, circondata da una fitta boscaglia. Non lontana dall’abitato urbano, la vecchia miniera, una delle più produttive di cinabro, a testimoniare un’attività economica ormai non più attuale, tanto da essere destinata ad un interessante museo, oggi visitabile
Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata
La Bibbia Amiatina – Codex Amiatinus
Il Codex Amiatinus o Bibbia Amiatina è la più antica copia manoscritta conservata interamente della Bibbia nella sua versione latina redatta da San Girolamo. E’ una testimonianza davvero eccezionale delle vicende storico-culturali europee a cavallo tra il VII e l’VIII secolo. Vero e proprio monumento della nostra arte, con le sue oltre mille carte, la Bibbia Amiatina costituisce una dei reperti più importanti di tutta la nostra storia
La Cripta
E’ posta sotto la chiesa e vi si accede tramite delle porte di fianco alla scalinata che porta al presbiterio. E’ caratterizzata dalla presenza di 35 colonne e capitelli, di cui 24 originali.
I capitelli e le colonne sono di forme singolari e diverse. Entrando si trova la parte di recente ripristino mentre a seguire si trovano i resti veri e propri della cripta. A partire del 1966 furono realizzati i lavori per riportare la struttura all’antica planimetria, con la realizzazione delle colonne mancanti ed il consolidamento di quelle originali. Infine negli anni 90 furono ripulite le volte e rifatto il pavimento in pietra con una nuova illuminazione
Christus Triumphans
Il “Christus Triumphans”, provvisto di aureola, ha le vesti annodate sul davanti e i piedi inchiodati separatamente. In posizione perfettamente frontale, è inchiodato ad una croce lignea, priva dei terminali. Il Crocifisso, da alcuni creduto opera bizantina, databile intorno al IX secolo, viene attribuito in una vecchia scheda della Soprintendenza (1908) ad un artefice senese bizantineggiante della prima metà del secolo XIII. Più recentemente E. Carli (1960) , nel datarla nel secolo XII, vi nota influssi francesi della linguadoca e dell’ Aquitania e pensa che possa essere stato eseguito in terra senese da artisti francesi, calati in Italia
Verifica disponibilità di un ingresso per il Museo dell’Abbazia